Le promesse mancate del primo bilancio: tagli all’ambiente, alla cultura e molto altro.

Sestu_Anna Crisponi_C.C.Ieri sera (10 settembre) è stato approvato il bilancio di previsione del comune di Sestu con il voto contrario di una parte dell’opposizione (io, i consiglieri Usai e Serra e le due consigliere del M5S) e l’astensione di PD e lista civica “Ricostruiamo liberamente”.

E’ sostanzialmente un bilancio tecnico scritto dagli uffici, in cui non è visibile nessun indirizzo politico chiaro e che contraddice le promesse elettorali. L’assessore al Bilancio Andrea Pisu ha introdotto la discussione offrendo alcuni spunti di analisi condivisibili ma poi smentiti dalle scelte (e non scelte) fatte.

Il bilancio è privo di un allegato fondamentale, il programma annuale e triennale delle opere pubbliche che è obbligatorio per legge; si presentano quindi profili di illegittimità e la mancata approvazione è un chiaro segnale di incapacità di pianificazione persino nel breve periodo.

Per tutta la campagna elettorale siamo stati sommersi di cartoline che ritraevano Sestu come un luogo sporco e triste, privo di servizi, senza stimoli culturali, senza infrastrutture essenziali, un paese inospitale. Poi approvano il bilancio e tolgono fondi alla pulizia dell’ambiente e delle discariche, alla cura del verde, alla manutenzione delle strade di campagna che è fondamentale per la nostra agricoltura, alla cultura, alle attività produttive e molto altro.

Per la manutenzione delle strade di campagna i consiglieri Usai, Serra e io abbiamo presentato un emendamento (votato da tutta l’opposizione ma bocciato dalla maggioranza) per ripristinare in parte le risorse. Formidabile la motivazione del voto contrario espressa dal capogruppo dei riformatori: “le strade sono in dissesto per colpa degli agricoltori che vanno in campagna anche quando piove e portano il fango persino nelle strade asfaltate!”.

E’ stata disattesa un’altra promessa, cavallo di battaglia elettorale, ovvero l’attivazione di un servizio di videosorveglianza per la sicurezza dei cittadini (la sindaca lo propose addirittura come sistema anti stalking!) e il controllo del territorio. Anche su questo punto l’emendamento presentato dai consiglieri Usai, Serra e da me è stato bocciato perché non ci sarebbero i tempi tecnici per attivarlo entro l’anno. Scuse! I tempi ci sono tutti, sono i soldi che mancano! (ma loro in campagna elettorale dicevano di saper e poter fare tutto!).

Stessa cosa per lo streeming del consiglio comunale: sarebbero bastati poche migliaia di euro per attivare il servizio con la copertura finanziaria approvata dagli uffici, eppure i paladini della trasparenza hanno respinto anche questo emendamento proposto sempre da Gianluca Usai, Francesco Serra e da me e condiviso da tutta l’opposizione.

Nessuna opera pubblica, nessuna promessa mantenuta, nessuna volontà di apertura a proposte ragionevoli che pure erano parte del programma elettorale della coalizione che ha vinto le elezioni comunali.

Nessun accenno a Dedalo, Ateneo, Cortexandra, semplicemente non esistono.

Dicono di non aver aumentato i tributi ed è vero. Tacciono però di averlo fatto grazie al bonus della raccolta differenziata (+ 150.000 euro) e per un gettito straordinario di tributi relativi agli anni precedenti (+ 270.000 euro), risultati della collaborazione dei cittadini durante la nostra amministrazione. La responsabile del servizio finanziario ha già scritto nella relazione previsionale che il prossimo anno, a meno di miracoli del governo, dovranno aumentare tutte le aliquote tributarie.

E’ il primo bilancio approvato in tempi strettissimi, questa è l’unica attenuante che da sola non basta a giustificare una completa assenza di indirizzo politico. E’ inoltre incredibile il mutismo della sindaca che non interviene mai durante la discussione in consiglio, ormai parla solo tramite cartoline – telegramma su Facebook.

Ieri tutta l’opposizione ha dato prova di serietà, di capacità di studio e proposta concreta, di volontà di essere protagonista. Abbiamo svolto il ruolo di controllo democratico e di proposta per migliorare la qualità della vita dei nostri concittadini. La maggioranza (che non è mai intervenuta durante tutta la discussione salvo le incursioni propagandistiche e demagogiche del capogruppo dei riformatori) ha invece eretto un muro.

Adesso aspettiamo le linee programmatiche per capire cosa vogliano fare, per ora c’è grande confusione sotto il sole.

Anna Crisponi

SESTU: CITTA’ DELL’ECONOMIA CONDIVISA?

11815732_10207922094354259_11996786_nNella serata di ieri (5 agosto 2015), il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità la mozione sul baratto amministrativo proposta dalle due consigliere Cardia e Cannas appartenenti al M5S e dalla consigliera Perra della lista civica “Ricostruiamo Liberamente”. Tale mozione è stata ampiamente supportata anche dai colleghi dell’opposizione del PD, Crisponi e Mura, dal consigliere Usai rappresentante del Polo Civico per Sestu nonchè accolta con favore da tutti i consiglieri della maggioranza presenti in aula, con interventi e dichiarazione di voto. Ma che significa il termine “baratto amministrativo”?

Il baratto amministrativo è stato introdotto con il D.L. 12 settembre 2014, n. 133 convertito in L. 11 novembre 2014, n. 164 (cd Sblocca Italia) ed è disciplinato dall’art. 24 rubricato “Misure di agevolazione della partecipazione delle  comunita’  locali in materia di tutela e valorizzazione del territorio”. La volontà del legislatore nazionale è quella di concedere agli Enti locali la possibilità di definire, in completa autonomia, una serie di criteri che possano gettare le basi per una cooperazione tra i singoli cittadini/associati con l’Amministrazione del governo di un territorio. In che modo? I cittadini potranno presentare dei progetti che includano delle azioni di riqualificazione del territorio urbano o extra urbano quali la  pulizia,  la  manutenzione, l’abbellimento di aree  verdi,  piazze  o  strade, per ottenere  in cambio dall’amministrazione stessa delle riduzioni o esenzioni di tributi inerenti al tipo di attivita’ da loro posta in essere. Il legislatore ci dice anche che l’esenzione deve essere concessa per un periodo di tempo limitato e definito, per specifici tributi e solo per le  attivita’  individuate e deliberate dall’organo di governo, in  ragione dell’esercizio sussidiario dell’attivita’ svolta; per le indicazioni date, i tributi non possono che essere la Tari, la Tasi e la Tosap. In questo modo rimane saldo il significato  di questo istituto che, al di là delle ricadute positive in termini di attenzione civica ai beni comuni e di partecipazione dei cittadini ai bisogni della collettività, non è altro che un mezzo economico alternativo per saldare un debito con la comunità.

Presto anche nel comune di Sestu, l’amministrazione collaborerà con i cittadini per lo sviluppo di questa forma di economia della condivisione che sta prendendo piede in molti comuni d’Italia e sta rivoluzionando il modo di intendere la tradizionale offerta di beni e servizi. Ma per “sbloccare” il nostro paese occorre molto di più, occorre pensare e agire diversamente, occorre che chi ci governa abbia una visione che sappia anticipare e interpretare i cambiamenti sociali del nostro tempo. Occorre essere ispirati dai valori della cooperazione, della fiducia tra i singoli cittadini perchè al di là del vantaggio economico, l’interazione con il prossimo e la collaborazione tra individui generano maggior valore e mutui vantaggi. In un periodo di crisi con un sistema economico limitato, agire mediante una logica redistributiva permetterà di trasformare i costi in occasioni sociali in cui i cittadini potranno non solo collaborare tra loro ma addirittura “barrattare” con il proprio comune di appartenenza per ottenere agevolazioni fiscali in cambio di lavori manuali.

Ora spetta agli uffici il compito di effettuare uno studio di fattibilità della proposta deliberata dall’organo politico e di scrivere i regolamenti attuativi, impresa non facile.

Cristiana Ferru